La regione del Rio delle Amazzoni concentra una delle più alte percentuali di biodiversità del nostro pianeta. Il Rio delle Amazzoni, il più grande fiume conosciuto, ha generato uno degli ecosistemi più ricchi e diversi del nostro pianeta e funge da rifugio per milioni di specie di animali e piante, molte ancora da scoprire.
Geografia e clima dell'Amazzonia
Il Rio delle Amazzoni è nato 10 milioni di anni fa. L'evoluzione della flora e della fauna della regione amazzonica, tuttavia, può iniziare a essere tracciata da quando il movimento delle placche tettoniche ha dato origine alla catena montuosa delle Ande 20 milioni di anni fa.
Lo conferma uno studio preparato dal team internazionale del Consiglio superiore per la ricerca scientifica (CSIC), che cerca di formulare nuove teorie per spiegare la complessità e l'origine della ricchezza biologica dell'Amazzonia.
L'Amazzonia è definita come la vasta regione che comprende la parte centrale e settentrionale del Sud America, e comprende la foresta tropicale del bacino amazzonico. La sua estensione è di 7 milioni di chilometri quadrati.
L'Amazzonia si trova nella cosiddetta Zona di Convergenza Intertropicale, una regione in cui convergono gli alisei dell'emisfero settentrionale e quelli dell'emisfero meridionale.
Questa zona segna la stagione delle piogge in Venezuela ed è responsabile del clima tropicale dell'Amazzonia, caratterizzato da abbondanti piogge, umidità e alte temperature, terreno fertile ideale per la vita.
La biodiversità dell'Amazzonia, oltre ogni aspettativa
Si stima che circa il 60% di tutte le specie del pianeta abitino la foresta pluviale amazzonica e che il 30% di queste specie sia ancora sconosciuto alla comunità scientifica.
Tra i milioni di esseri viventi che possiamo trovare in questa regione, potrebbero esserci fino a 2.500 tipi di pesci, 3.500 tipi di alberi e 300 specie di rettili, inclusi serpenti e lucertole.
Secondo il Coordinatore delle organizzazioni indigene del bacino amazzonico (COICA), circa il 9% della popolazione umana dell'Amazzonia è ancora composta da popolazioni indigene fino a 350 etnie diverse.
Tuttavia, la ricchezza dell'Amazzonia comincia a risentire delle azioni dell'uomo. A metà del secolo scorso, l'Amazzonia ha perso il 17% della sua copertura arborea.
Lo sfruttamento economico che causa questa perdita di vegetazione colpisce sia la flora che la fauna della regione, e rischia di destabilizzare le dinamiche di quelli che molti chiamano i polmoni della Terra.
L'importanza della foresta pluviale amazzonica risiede nella sua capacità di regolare sia la temperatura che l'umidità dell'ambiente, che sono strettamente legate ai cicli idrologici.
Nella foresta amazzonica esiste una riserva compresa tra 90 e 140 miliardi di tonnellate di carbonio, il cui rilascio nell'atmosfera potrebbe accelerare drasticamente il cambiamento climatico.
Ogni anno rilascia 500 milioni di tonnellate di carbone, posizionando l'Amazzonia come uno dei maggiori regolatori del clima del nostro pianeta. La biodiversità dell'Amazzonia diminuisce, e continuerà a diminuire, senza una regolamentazione dei vari sfruttamenti che cominciano a interessare il nostro unico grande polmone.